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Dal diario[]
- Giorno 237
I miei esperimenti continuano a dare risultati che debbo considerare fallaci. Non si tratta di un problema di metodologia, ma del pessimo materiale che sono costretto a utilizzare. Nonostante le promesse, Vserad non è riuscito a procurarmi cavie sufficientemente sane da sottoporre ai miei test. Gran parte dei soggetti sono denutriti e in preda al panico, essendo stati trascinati qui dalla fortezza. Perdo ore e ore a lavarli e ripulirli dai pidocchi perché possano mettere piede nel mio laboratorio: l'igiene prima di tutto.
Come ha dimostrato Marti Sodergen nel suo poco noto studio, l'atteggiamento del paziente sottoposto a un trattamento può avere un effetto tutt'altro che trascurabile nella guarigione da una malattia. Purtroppo i volontari che mi vengono portati non hanno la benché minima comprensione, per non parlare dello scarso entusiasmo, per il nobile lavoro che conduco su di loro. Sembrano convinti che partecipare alle ricerche sia una sorta di punizione. Ho provato, anche se non eccello con le parole, a convincerli che i miei esperimenti potrebbero salvare l'umanità dalla pestilenza, ma sembra che non capiscano. O forse si tratta di un effetto della malattia.
Naturalmente è impossibile arrivare al successo senza incidenti di percorso: le vite di molti pazienti verranno sacrificate sull'altare della conoscenza. Ma si tratta di un sacrificio che sono disposto a compiere.