I draghi d'oro sono considerati draghi leggendari, come confermò lo stesso Geralt (sbagliandosi) ne La Spada del Destino ("Il limite del possibile") mentre parlava con Borch Tre Taccole, un drago d'oro sotto mentite spoglie. Per quanto si sa Borch è anche l'unico esemplare ancora in vita, il cui vero nome è Villentretenmerth, che come detto può cambiare forma, ma non si sa se possa assumere molteplici sembianze o unicamente quella umana. I draghi d'oro possiedono anche la capacità di comunicare telepaticamente e, come già sottolineato, di mutare aspetto. Villentretenmerth compare unicamente nel racconto già citato (in originale: "Granica możliwości").
Anche se non si ha la certezza che ne esistano altri non si può escludere la possibilità che siano il risultato di una mutazione di altre razze di draghi.
In Wiedźmin: Gra Wyobraźni (The Witcher: Un gioco d'immaginazione)[]
In Wiedźmin: Gra Wyobraźni (The Witcher: Un gioco d'immaginazione), i draghi d'oro sono una delle tante razze di drago. Nella rivista mensile Magia i Miecz ("Magia e spada") di Martyna Tomaszewska, si dice che Zerrikania deve il proprio nome ad un drago d'oro chiamato Zerrikanterment.