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Il koshchey è stato creato con la doppia croce di Alzur, un malvagio rituale conosciuto solo da alcuni maghi. Fa parte dell'infame gruppo di bestie giganti che possono seminare distruzioni e massacri, uccidendo centinaia di persone. A metà tra un granchio e un ragno, è molto difficile da sconfiggere. Anche un witcher potrebbe trova difficilmente della carne tenera da poter infilzare e distruggere.

Il primo koshchey venne creato da un ex-druido, Fregenal, usando sia il Triangolo Dentro il Triangolo, che la doppia croce di Alzur, e fu ditrutto dalla maga Visenna, usando un incantesimo Effetto Specchio.

The Witcher[]


Nel gioco, Geralt incontra un koshchey durante uno scontro con un "boss". E' un nemico formidabile e non c'è alcuno scampo se non uccidere la bestia.

Voce del Diario The Witcher[]

"Qualè, secondo la tua opinione, il miglior modo per descrivere un koshchey?
Morte. Direi morte."

Luoghi[]

Fonte[]

Il Libro dei Mostri[]

La caratterizzazione che CD Projekt ha dato al koshchey viene dal Libro dei Mostri, incluso nella Edizione da Collezione di The Witcher per la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca:

Questo mostro ha lo stesso nome di un racconto popolare russo, nel quale Koshchay l'Immortale è un mago assassino che ha ingannato la morte instillando la sua essenza vitale in un uovo. Alla fine muore, quando l'uovo viene rotto. Nel racconto di Sapkowski "La strada del non ritorno", il koshchey è un mostro quasi immortale, o almeno è molto difficile da uccidere - frutto di una magia rituale conosciuta come la Doppia Croce di Alzur, che lo ha anche creato gigantesco. Nel racconto, il protagonista riesce a malapena a distruggere la creatura: nel gioco, Geralt è in grado di affrontarlo da solo.

Mentre lavoravamo al bozzetto e al modello del koshchey, gli artisti guardarono al mondo animale in cerca di inspirazione, come per i kikimore. Sapkowski descrive la bestia in forma di artropode, metà aracnide e metà crostaceo. Si muove molto velocemente per la sua enorme taglia e colpisce all'improvviso con le sue zampe anteriori, cosa che incute terrore in chiunque soffra di aracnofobia.

"Korin si voltò a guardare. Da dietro le macerie, a circa cento passi, emersero delle zampe di ragno con grosse articolazioni. Un momento dopo. sopra la pila di pietre spuntò il torso, ampio almeno sei metri, piatto, color argilla, rozzo e ricoperto di escrescenze dentate. Quattro paia di zampe si mossero con fermezza, trascinando un corpo concavo come una ciotola, fuori dai detriti. Il quinto paio di zampe era spropositatamente lungo, e armato di enormi tenaglie ornate di spine affilate e spunzoni.
Andrzej Sapkowski, La strada del non ritorno


Galleria[]

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