Una strige è una creatura frutto di una maledizione, spesso si tratta di una donna dannata o in qualche modo maledetta. Il mostro è una bestia famelica, sanguinaria ed estremamente crudele, piena di odio per gli esseri viventi. Sono molto rare le vittime che ne hanno incontrata una e che sono sopravvissute abbastanza per raccontarlo.
Cercavo l'annuncio: C'È URGENTE BISOGNO DI UNO STRIGO. E poi di solito c'era un bosco sacro, un sotterraneo, una necropoli o delle rovine, un burrone in una foretsa o una grotta piena di ossa e di tanfo di carogna. E qualcosa che viveva con l'unico scopo di uccidere. Per fame, per piacere, spinto da una volontà morbosa, o per altre ragioni. Una manticora, una viverna, un nebbior, una aeshna, un ilyocoris, una chimera, un lesny, un vampiro, un ghoul, un graveir, un lupo mannaro, una kikimora, un wipper. E una danza nelle tenebre e un colpo di spada. E paura e ribrezzo negli occhi di chi poi mi consegnava la ricompensa.
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Maledizione e trasformazione[]
Non c'è molto da dire circa la maledizione che trasforma una donna in una strige. I witcher più esperti sanno che non esiste un modo univoco per invocare questo maleficio, né un unico rimedio per scongiurarla. In effetti, non in tutti i casi i metodi convenzionali funzionano, per cui spesso i witcher sono costretti ad uccidere la creatura per risolvere definitivamente il problema. Tutto ciò che si conosce a riguardo è la vicenda di Adda la Bianca, figlia di re Foltest di Temeria e di sua sorella Adda. La bimba fu maledetta quando ancora era nel grembo della madre, da cui nacque sottoforma di mostro. Né la principessa né la neonata sopravvissero al parto ed entrambe vennero sepolte fianco a fianco, in due sarcofagi giacenti nella cripta dei sotterranei della vecchia sede di Foltest, a Wyzima. La creature continuò a crescere all'interno della tomba e dopo sette anni, risorse uccidendo i viandanti e terrorizzando la popolazione.
Alcuni particolari che narrano di questa maledizione, sono contenuti anche nel Diario di Ostrit.
Spezzare la maledizione[]
Per spezzare il maleficio, si deve evitare che la bestia torni nel suo sepolcro prima del terzo canto del gallo, cioè fino all'alba. Alla fine, la creatura sarà guarita e tornerà ad essere la donna (o bambina) che era. Tuttavia, potrebbero esserci delle ripercussioni da questa guarigione: la vittima potrebbe essere mentalmente sottosviluppata o ritardata.
Vita dopo la maledizione[]
Dopo che la fanciulla è stata liberata dalla maledizione, c'è una possibilità che la sua mente non sia del tutto recuperabile, essendo ancora parte della maligna e snaturata percezione della sua precedente forma bestiale.
Esiste anche la possibilità di un ritorno dell'incantesimo che la trasformi di nuovo in mostro. Per evitarlo, la vittima dovrà portare sempre al collo uno zaffiro appeso ad una catenina d'argento e si dovranno bruciare nella sua stanza rami di ginepro, ginestra e nocciolo. Tuttavia questa soluzione potrebbe non essere definitiva e la maledizione potrebbe tornare comuqnue in ogni momento.
The Witcher[]
La strige è il mostro che compare nel filmato iniziale del videogioco, in cui si narra della notte trascorsa da Geralt con il mostro, per spezzare la maledizione, nel racconto "Lo strigo", di Andrzej Sapkowski.
Di seguito c'è una parte del dialogo tra re Foltest e il witcher Geralt di Rivia, descritta nel racconto e ne ldiario del gioco.
Voce del Diario The Witcher[]
- "Geralt, come hanno origine queste cose? Gli incantesimi, la magia?"
- "Non lo so, maestà. Sono i Saggi a occuparis dello studio e delle cause di certi fenomeni. A noi strighi basta sapere che essi possono essere provocati da una volontà concentrata. E come combatterli."
- "Uccidendo?"
- "Il più delle volte. Del resto, è per questo che il più delle volte ci pagano. Sono in pochi a chiederci di spezzare gli incantesimi, maestà. Di regola la gente vuole semplicemente difendersi da un pericolo. Se poi un mostro ha qualcuno sulla coscienza, interviene anche la motivazione della vendetta."
Luoghi[]
Fonti[]
Note[]
- Fuori dalla cripta della strige, c'è un gruppo di rifugiati. Tra questi, un "padre disperato" racconterà a Geralt di aver assistito alla comparsa della strige.
- Il Diario di Ostrit è necessario per procedere con la storia nel gioco.
Il Libro dei Mostri[]
La caratterizzazione che CD Projekt ha dato alla strige viene dal Libro dei Mostri, incluso nella Edizione da Collezione di The Witcher per la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca:
Geralt di Rivia compare per la prima volta nel racconto dal titolo "The Witcher". Il suo scopo era quello di liberare la maledizione che imprigionava la Principessa Adda, rinata sottoforma di strige. Questa apparentemente semplice racconto di un contratto per un professionista, cacciatore di mostri è anche una storia affascinante di gelosia e odio. Naturalmente la prima apparizione di Geralt nella letteratura è diventata un filmato introduttivo per il videogioco.
La strige doveva comparire anche nel gioco stesso. Inizialmente, doveva essere uno degli esperimenti non riusciti di Salamandra, ma infine abbiamo deciso che sarebbe stata di nuovo Adda, posseduta dalla maledizione ricorrente.
Il bozzetto della strige segue fedelmente la sua descrizione letteraria. Un mostro orribile, muscoloso, la principessa maledetta resta attiva per quasi quattro ore. La sua mascella si estende da orecchio a orecchio, le sue dita terminano con artigli capaci di fare a brandelli un uomo. I suoi seni, i capelli rossi sono i soli resti che indicano che strige è in efftti una giovane fanciulla posseduta da una maledizione.
Nella sequenza cinematica che introduce il gioco, la strige è letale, aggressiva e piena di furia. Ad un certo punto la bestia inizia ad aver paura di Geralt e per un momento, si comporta come una bambina. Presentando la tempesta di emozioni che attraversano la mente della creatura, sarebbe stato impossibile senza introdurre una gamma di animazioni per l'espressione facciale.
Velerad si alzò di scatto dalla sedia. "La principessa ha l'aspetto di una strige!" urlò. "Della strige più strigesca di cui abbia mai sentito parlare! Sua Altezza, la figlia del re, quella maledetta bastarda, è alta quattro cubiti, ricorda un barile di birra, ha una bocca che va da un orecchio all'altro, piena di denti aguzzi come stiletti, occhi scarlatti e irsuti capelli rossicci. Le zampe anteriori, artigliate come quelle di un gatto selvatico, le penzolano fino a terra. Mi stupisco che non abbiamo ancora cominciato a mandare le sue miniature alle corti alleate: ormai la principessa, che la peste la soffochi, ha quattordici anni ed è ora di pensare a darla in sposa a qualche principe!"
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